La nostra cittadinanza è nei cieli
Fil 3,20
RIFLESSIONE
VANGELO
Fil 3,17 - 4,1; Sal 121; Lc 16,1-8
Lc 16, 1-8 Dal Vangelo secondo Luca In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: "Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare". L'amministratore disse tra sé: "Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l'amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall'amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua". Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: "Tu quanto devi al mio padrone?". Quello rispose: "Cento barili d'olio". Gli disse: "Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta". Poi disse a un altro: "Tu quanto devi?". Rispose: "Cento misure di grano". Gli disse: "Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta". Il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».
4/11 VEN XXXI° T.O. [III]
San Paolo ci vuole aiutare a vivere la Parola di Gesù. Egli parlava spesso del regno dei cieli, cioè di un modo di vivere orientato al Padre e guidato da lui, mandato come re del regno. I regni del mondo non ci devono affascinare e nemmeno demolire: essi spariranno. Noi siamo fatti per un regno diverso, dove ogni legge è amore.