Dio non è dei morti, ma dei viventi
Lc 20,38
RIFLESSIONE
VANGELO
2Mac 7,1-2.9-14; Sal 16; 2Ts 2,16-3,5; Lc 20,27-38
Lc 20, 27-38
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi - i quali dicono che non c'è risurrezione - e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: "Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello". C'erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l'hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: "Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe". Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
6/11 DOM XXXII° T.O. Anno C [IV]
Assistiamo ad una discussione provocata dai sadducei, i ricchi che non credevano nella vita futura. Somigliavano a quelli che ancor oggi dicono: morto io, finito tutto. Ebbene, Gesù dà loro una lezione: il nome stesso con cui Dio si è fatto conoscere a Mosè ci convince che i morti non sono considerati morti da lui. È Dio di Abramo? Allora Abramo non è soltanto un mucchietto di ossa!
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